Per quanto riguarda la determinazione del giorno e del mese, il discorso è ben più complesso e dunque mi limiterò qui a riportare solo gli indizi che mi hanno condotto a stabilire la data precisa, senza però svelare le conclusioni alle quali sono giunto. Per questo, rimando alla lettura del libro.
Il primo indizio è offerto in Inferno, canto XX verso 127 ("e già iernotte fu la luna tonda"), e ripetuto in Purgatorio, canto XXIII versi 119 e 120 ("che mi va innanzi, l'altr'ier, quando tonda/ vi si mostrò la suora di colui"), passaggi nei quali si accenna al fatto che c'era la Luna piena quando Dante si trovava nella Selva Oscura. Poiché il plenilunio non si verifica né l'8 aprile, né il 25 marzo del 1300, entrambe le date sono da rigettare; e non basta dire che ci si trovi nelle vicinanze del plenilunio: occorre stabilire la data esatta in cui questo avviene. Per tornare al ragionamento, è inoltre necessario che il periodo sia a ridosso della Pasqua, cioè successivo all'Equinozio di primavera.
Un altro indizio riguarda il fatto che Dante si smarrisce nella Selva Oscura durante la notte, di conseguenza i giorni del plenilunio non solo vanno cercati dopo il 21 marzo, ma vanno anche esclusi quelli nei quali la Luna piena si verifica di giorno. A completamento di questa circostanza, c'è da ammettere che il momento può essere determinato con ancora maggior precisione:
Ma poi ch'i' fui ai piè d'un colle giunto,
là dove terminava quella valle
che m'avea di paura il cor compunto,
guardai in alto e vidi le sue spalle
vestite già de' raggi del pianeta
Inf I, vv. 13-17
Non solo il plenilunio deve avvenire di notte, ma nel luogo in cui Dante dice di essere, c'è la concomitanza con il sorgere del Sole, cioè ci troviamo a ridosso dell'alba.
Secondo le Tavole Alfonsine, che in ogni caso il Sommo Poeta non considerava del tutto affidabili ma tendeva a utilizzarle aggiustandone i valori riportati, nei pressi di Roma la Luna risultava piena alle ore 3 e 11 minuti (in ritardo di 20 minuti sul valore esatto), per via della sovrastima nella distanza longitudinale Roma/Toledo. Dante dunque, nel tentativo di correggere le Tavole, anticipa a poco prima delle 3 il momento del plenilunio. Considerando che ci troviamo tra marzo e aprile, avremmo l'alba alle 6: per avere la coincidenza tra alba e Luna piena occorre spostarsi verso Est di tanti gradi, quanti ne servono per anticipare quel momento di 3 ore. Se il movimento del cielo si computa in 15° l'ora, ecco che lo spostamento verso Est è di 45°. Secondo la nozione di allora, l'estensione longitudinale dell'Europa era sovrastimata del doppio e dunque a 45° a Est di Roma era collocata la città di Gerusalemme. In base ai versi riportati, la Selva Oscura è a ridosso di un monte e il Sole ne sta illuminando le pendici; è verosimile ammettere che possa trattarsi del monte Sinai, posto qualche grado a Ovest della Città Santa: se a Roma sono le 3, a Gerusalemme sono pressappoco le 6, nei pressi del monte Sinai invece sono le 5:45, cioè esattamente all'alba. Ci troviamo così a soddisfare le predette condizioni, desunte direttamente dal testo: Luna piena nel periodo successivo all'Equinozio di primavera; coincidenza tra il plenilunio e il sorgere del Sole, per arrivare inoltre a scoprire che la Selva Oscura è posta alle pendici del monte Sinai, il "dilettoso monte" descritto nel I canto dell'Inferno. Proviamo a questo punto ad applicare lo stesso meccanismo alle date dei pleniluni di marzo e aprile del 1301: la Luna piena si ha il 25 marzo alle ore 7 e 16 minuti (ora locale di Roma) e il 23 aprile alle ore 20 e 25 minuti. Volendo riportare gli orari alla longitudine del monte Sinai, si avrebbe la luna piena alle ore 10 nel mese di marzo e alle ore 23 e 10 nel mese di aprile. Questo porta ad escludere che l'anno sia il 1301 dal momento che in nessuno dei due casi si riuscirebbe ad avere la concomitanza della Luna piena e del sorgere del Sole alle pendici del monte Sinai.
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