L'ombra di colui - Parte 3

Eccomi giunto alla terza e ultima parte della lunga ma (spero) interessante  disamina, dove riporto quale possa essere l'identità di questo misterioso personaggio. La figura che meglio sembra adattarsi alla descrizione presentata è quella di Ponzio Pilato. Tale lettura fu proposta per la prima volta da E. Bambarani (Due chiose dantesche, Verona 1897), ripresa poi anche dal Pascoli. Vediamo se le considerazioni fin qui esposte si adattano a questa figura storica: prefetto in Galilea per un decennio durante il regno di TIberio, è famoso perchè fu giudice nel processo a Gesù, durante il quale si rifiutò di condannarlo (sappiamo che in seguito se ne lavò le mani), cedendo poi di fatto alle richieste dei sadducei che ne chiedevano al crocifissione. Impedire e sedare rivolte o tumulti era una sua responsabilità; ciò che fece quando si vide chiamato a giudicare il Cristo fu un valido esempio di come abbia fino all'ultimo cercato di evitare problemi molto più gravi. In Gesù, riconobbe ...

"I Regni di Dante" ora disponibile nelle librerie

Ho il grande piacere di comunicare che la versione cartacea del mio libro, "I Regni di Dante", è disponibile on line sui principali bookstores e nelle migliori librerie. È per me un traguardo così importante, che ho inseguito per così tanto tempo, e finalmente sono riuscito a concretizzarlo. Ringrazio tutti coloro che mi hanno aiutato in questo progetto, che hanno creduto in me e che mi hanno permesso, con il loro sostegno, di realizzarlo. 

Il testo si propone di stabilire le architetture di Inferno e Purgatorio, la loro forma e le loro dimensioni, partendo da alcuni assunti fondamentali, come la data di inizio del viaggio. Per quanto riguarda il Paradiso, il riferimento è alla disposizione dei pianeti più che alle dimensioni, per ovvie ragioni. A completamento di tutto questo, ho cercato di stabilire l'itinerario seguito dal Poeta lungo cerchi infernali, cornici del Purgatorio e cieli del Paradiso celeste. La forma è quella del dialogo, tra un professore in pensione  e un giovane sulla soglia dell'età adulta.

Auguro a tutti una piacevole lettura e spero vi piaccia.

Ora, come di consueto, riporto la breve descrizione di uno degli argomenti trattati. 

Un altro fondamentale indizio riguarda il modo in cui Dante descrive i monti Siòn e Purgatorio, e il modo in cui sembra metterli a confronto:

Come ciò sia, se 'l vuoi poter pensare,

dentro raccolto, imagina Sïòn

con questo monte in su la terra stare

sì, ch'amendue hanno un solo orizzòn

e diversi emisperi; onde la strada

che mal non seppe carreggiar Fetòn,

vedrai come a costui convien che vada

da l'un, quando a colui da l'altro fianco,

se lo 'ntelletto tuo ben chiaro bada.

Purg IV, vv 67-75

Si capisce bene che essi, avendo un solo orizzonte e dividendosi il Mondo in due emisferi, si debbano trovare per forza di cose in posizioni opposte sulla superficie del globo, sono per questo l'uno agli antipodi dell'altro. Interessante anche notare il riferimento ai "fianchi" che si fa in questi versi e al percorso del Sole lungo l'eclittica ("la strada che mal non seppe carreggiar Fetòn"). È abbastanza evidente che si stia parlando del fianco come zona di confine tra il regno di Aquilone a Nord e quello del Sole a Sud. Solo una latitudine in particolare costituisce la zona di confine: il Tropico. Tutti gli altri paralleli, compreso quello sul quale si trova Gerusalemme, risultano del tutto anonimi, e quindi a mio avviso non degni di alcun riferimento esplicito all'interno della Commedia.

L'ultimo indizio è offerto dal Poeta nel descrivere il popolo eletto degli Ebrei:

che 'l mezzo cerchio del moto superno,

che si chiama Equatore in alcun'arte,

e che sempre riman tra 'l sole e 'l verno,

per la ragion che dì, quinci si parte

verso settentrïon, quanto li Ebrei

vedevan lui verso la calda parte.

Purg IV; vv. 79- 84

Il luogo, dal quale viene pronunciato questo discorso, è posto tanti gradi a Sud dell'Equatore, quanti erano i gradi a Nord in cui gli Ebrei erano stanziati ai tempi dell'Esodo. Sappiamo infatti che con il termine "Ebrei" ci si riferiva al popolo uscito d'Egitto sotto la guida di Mosé: verranno poi chiamati Giudei solo quando si organizzeranno nelle tribù di Israele, arrivando a stabilirsi definitivamente nella Città Santa. Gli Ebrei dunque, e non i Giudei, erano il popolo nomade che abitava la Penisola del Sinai e che si accampavano nei pressi dell'omonimo monte, sulla cima del quale ad esempio Mosé ricevette le Tavole dei Dieci Comandamenti. Risulta chiaro che il Purgatorio ha un altro monte ai suoi antipodi e non già Gerusalemme, altrimenti Dante in questo caso specifico avrebbe fatto riferimento ai Giudei, abitanti della Città Santa, e non agli Ebrei, nomadi nella Penisola del Sinai.

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