Il volo di Lucia
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Determinare la reale forma e le effettive dimensioni del Purgatorio è stato più complesso e meno immediato di quanto mi aspettassi quando ho iniziato questo lavoro. Ciò che sulle prime mi ha ingannato, in un certo senso, è stata l'idea che tutto sommato la sua geografia e il suo aspetto sono noti da tempo e numerose le immagini che tentano di raffigurarlo. Mi sono approcciato al lavoro cercando di non farmi condizionare da idee preconcette, ma mantenendomi aperto a ogni possibilità. Come al solito, riporterò alcuni degli indizi sui quali ho concentrato l'attenzione.
Un indizio saliente è rappresentato dall'episodio del rapimento a opera di Lucia; esso può essere annoverato fra le principali chiavi con cui comprendere l'intero Poema da un punto di vista metaforico, allegorico e di insegnamento della dottrina, nel senso che la figura di Lucia può richiamare concetti legati alla fede, alla Grazia divina e chi più ne ha più ne metta. Ma accanto a questo si possono ricavare dettagli sorprendenti che permetteranno di proseguire nel lavoro di ricostruzione dell'architettura del Secondo Regno. L'evento ha luogo mentre Dante si è addormentato nella Valletta dei Principi: qui egli narra di aver sognato un'aquila scendere come folgore dall'alto dei cieli e averlo rapito per condurlo ad altezze vertiginose, tanto da sfiorare la Sfera del Fuoco: al Poeta sembrò addirittura di bruciare. Al suo risveglio si accorge di non essere nello stesso luogo in cui si era addormentato la sera precedente, ma soprattutto nota che è giorno pieno:
e 'l sole er'alto già più che due ore,
Purg IX, v. 44
Questa indicazione potrebbe benissimo essere liquidata dicendo che Dante la usa per indicare che fosse giorno fatto, niente di più. Oppure che appena sveglio le sue facoltà di osservatore sono un poco offuscate e non è in grado di valutare correttamente la posizione del Sole, il quale, sebbene dovrebbe essere appena l'alba, gli appaia in realtà bello alto nel cielo. Se invece si prende quell'affermazione alla lettera, le cose cambiano. Innanzitutto Dante afferma che durante il sogno le ali dell'aquila le erano apparse d'oro, perché illuminate dal Sole, il ché porta a concludere che si trovasse a un'altezza considerevole rispetto a un osservatore posto nella Valletta dei Principi, per il quale sul far del giorno il Sole dovrebbe essere almeno 15° sotto l'orizzonte. C'è inoltre da considerare che se l'aquila sia discesa alla velocità della folgore, alla stessa velocità sia poi risalita, coprendo in verticale un tratto di diverse miglia, per tornare da dove era partita. Volendo provare a mettere insieme qualche tassello, risulta che il "sole er'alto già più che due ore" per due ragioni: primo, per via del tempo trascorso durante il volo ascensionale dell'aquila; secondo, per via dell'altezza raggiunta. È noto che tanto maggiore è l'altezza del punto di osservazione, tanto più basso sarà l'orizzonte, di conseguenza i gradi di elevazione dei corpi celesti risulteranno maggiori. Sovrapponendo i due effetti, tempo trascorso durante il volo e altezza raggiunta, si ottiene l'effetto di un sole che appare molto più alto sull'orizzonte di quanto ci si aspetterebbe e dunque la quota alla quale si trova la porta del Purgatorio può essere ricavata in modo relativamente agevole mettendo insieme considerazioni di ordine geometrico.
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