L'ombra di colui - Parte 3

Eccomi giunto alla terza e ultima parte della lunga ma (spero) interessante  disamina, dove riporto quale possa essere l'identità di questo misterioso personaggio. La figura che meglio sembra adattarsi alla descrizione presentata è quella di Ponzio Pilato. Tale lettura fu proposta per la prima volta da E. Bambarani (Due chiose dantesche, Verona 1897), ripresa poi anche dal Pascoli. Vediamo se le considerazioni fin qui esposte si adattano a questa figura storica: prefetto in Galilea per un decennio durante il regno di TIberio, è famoso perchè fu giudice nel processo a Gesù, durante il quale si rifiutò di condannarlo (sappiamo che in seguito se ne lavò le mani), cedendo poi di fatto alle richieste dei sadducei che ne chiedevano al crocifissione. Impedire e sedare rivolte o tumulti era una sua responsabilità; ciò che fece quando si vide chiamato a giudicare il Cristo fu un valido esempio di come abbia fino all'ultimo cercato di evitare problemi molto più gravi. In Gesù, riconobbe ...

La luna, quasi a terza notte tarda

Il seguente verso può essere annoverato fra quelli sui quali sarebbe possibile dibattere per decenni, senza venirne mai a capo:

La luna, quasi a mezzanotte tarda,

Purg XVIII, v. 76

a causa del fatto che la sua interpretazione sfugge a ogni logica. Cosa può voler dire "a mezzanotte tarda"? Che ci troviamo alla tarda ora di mezzanotte? E poi quell'ora è tarda rispetto a cosa? La mezzanotte è un momento del giorno come qualsiasi altro e di conseguenza l'aggettivo "tarda" non sembra dare precisazione alcuna. Se però si prendono in considerazione altri manoscritti dell'Opera, come il Riccardiano, si può leggere un verso differente:

La luna, quasi a terza notte tarda,

Inutile qui cercare di stabilire per quale ragione ci sia questa differenza; forse un errore di copiatura, forse qualche amanuense leggendo questa seconda versione nel manoscritto originario, ha creduto che non potesse avere senso e ne ha inserito uno a cui poteva dare un qualche genere di significato, riportando di fatto la versione in cui si fa riferimento alla "mezzanotte tarda".

Per un maggiore approfondimento rimando comunque alla lettura del mio libro, "I Regni di Dante", disponibile sui principali bookstores on line e nelle migliori librerie.

Come siano andate effettivamente le cose non lo sappiamo, e con ogni probabilità non lo sapremo mai, ma di certo la seconda lettura permette di fare valutazioni importanti ai fini della descrizione dell'architettura del Monte. Per poter dare a quell'endecasillabo il significato che secondo me merita, è bene richiamare un fenomeno astronomico piuttosto noto: il ritardo dell'alba lunare. La Luna compie un giro completo lungo la propria orbita in circa 29,5 giorni, a una velocità di circa 13° ogni 24 ore; nello stesso arco di tempo, la Terra compie un giro completo su se stessa, a una velocità di 1° ogni quattro minuti, equivalente a 13° ogni 50 minuti. I due sensi di rotazione, della Luna attorno alla Terra e della Terra attorno al proprio asse, sono uguali, il ché comporta che quest'ultima debba compiere una rotazione aggiuntiva di 13° ogni giorno perché sia possibile veder sorgere la Luna, nello stesso punto del giorno precedente, ma con un ritardo di 50 minuti. Rispetto al giorno in cui Dante ha fatto il suo ingresso nella Selva Oscura, sono passati quattro giorni e, se osservasse la Luna dal livello del mare, la vedrebbe sorgere con un ritardo corrispondente al 5° giorno. Egli ci sta dicendo che il punto di osservazione, dal quale vede la Luna sorgere, è posto a una tale altezza per cui essa, dopo 5 giorni dal plenilunio (riferimento assoluto perché inizio del viaggio dantesco), gli appare a un'elevazione rispetto all'orizzonte corrispondente a un ritardo di soli 3 giorni. Questo ordine di cose risulta essere un'indicazione sull'altezza del punto di osservazione per via del fatto che tanto più in alto ci si pone, tanto più in anticipo si vedranno sorgere i corpi celesti, dato che l'orizzonte apparirà più basso. Di conseguenza, la quarta cornice si trova così in alto da permettere a Dante di recuperare il ritardo nell'alba lunare di ben 2 giorni: deve essere un'altezza veramente considerevole, e può essere stimata mediante semplici accorgimenti di tipo geometrico. Considerando che lo sviluppo in verticale di ciascuna cornice è sempre lo stesso, non essendoci riferimenti che inducano a pensare altrimenti, nota la quota alla quale si trovano la prima e la quarta, è possibile valutare lo spessore di ciascuna di esse e dunque stimare la quota alla quale si trovano tutte le altre, ripiano del Paradiso Terrestre compreso.

Voglio infine far notare che in corrispondenza della prima cornice era stata fornita un'indicazione durante un'ora diurna e con un riferimento al Sole; in questo secondo caso l'indicazione è fornita durante un'ora notturna e con un riferimento alla Luna. Da un certo punto di vista, mi viene da pensare che Dante abbia voluto mostrare che le sue conoscenze in ambito astronomico fossero eccellenti, sia che si trattasse dell'osservazione del Sole, sia che si trattasse di quella della Luna.

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