L'ombra di colui - Parte 3

Eccomi giunto alla terza e ultima parte della lunga ma (spero) interessante  disamina, dove riporto quale possa essere l'identità di questo misterioso personaggio. La figura che meglio sembra adattarsi alla descrizione presentata è quella di Ponzio Pilato. Tale lettura fu proposta per la prima volta da E. Bambarani (Due chiose dantesche, Verona 1897), ripresa poi anche dal Pascoli. Vediamo se le considerazioni fin qui esposte si adattano a questa figura storica: prefetto in Galilea per un decennio durante il regno di TIberio, è famoso perchè fu giudice nel processo a Gesù, durante il quale si rifiutò di condannarlo (sappiamo che in seguito se ne lavò le mani), cedendo poi di fatto alle richieste dei sadducei che ne chiedevano al crocifissione. Impedire e sedare rivolte o tumulti era una sua responsabilità; ciò che fece quando si vide chiamato a giudicare il Cristo fu un valido esempio di come abbia fino all'ultimo cercato di evitare problemi molto più gravi. In Gesù, riconobbe ...

La spiegazione di un famoso errore

 Come tutti sanno, Dante descrive, nel primo canto del Purgatorio, Venere mattutina in congiunzione con la Costellazione dei Pesci. L'astro luminoso si trovava in questa situazione nell'anno 1301, il ché ha portato ad avvalorare la tesi secondo cui quello fosse l'anno di inizio del viaggio dantesco. In effetti non sembrano esserci molte scappatoie: i riferimenti astronomici conducono inequivocabilmente a questa conclusione, sebbene altri indizi inducano a credere che in realtà l'anno possa essere il 1300. Ritengo però che ci possa essere una ragionevole spiegazione.

Siamo piuttosto certi, in base a quanto scrivono i primi commentatori, della presenza di un calendario, in corso nel 1300 e oggi andato perduto, che riportava le posizioni di astri e pianeti. È da escludere che questi commentatori abbiano calcolato da se stessi, tramite ad esempio tavole apposite, le posizioni dei pianeti che riportano nei commenti. Il Lana riporta infatti le seguenti posizioni: Saturno all'8° di Leone; Giove in 24° di Ariete; Marte in 11° di Pesci; Sole in 1° di Ariete; Venere in Pesci; Mercurio in Vergine. L'almanacco in questione doveva essere piuttosto grossolano, perché costoro commettono una serie di errori, altrimenti impossibili se si fossero affidati ad astronomi esperti. Basti pensare che collocano Mercurio in Vergine, ovvero a oltre 150° di distanza dal Sole, quando tutti gli astronomi sapevano che questo pianeta non si discosta mai oltre i 26°. Essi devono dunque aver male interpretato le note a margine dell'almanacco incriminato, specie quando leggevano l'abbreviazione erg., supponendo si riferisse a "Vergine"; in realtà l'espressione fa riferimento a "Vergilie" (ovvero le Plejadi), stelle notoriamente appartenenti alla Costellazione del Toro, vicine a quella dell'Ariete. Tornando all'almanacco, si può provare a immaginare a quali giorni di marzo esso riferisse le sue note a margine.

Le maggiori concordanze sembrano esserci al termine della prima decade di marzo, termine dell'inverno astronomico; l'almanacco di Profazio riporta, tra le altre cose, Venere in Pesci ma alla fine del segno. Con ogni probabilità, anche il nostro calendario per il mese di marzo deve aver indicato quindi Venere in Pesci (come visto in base al commento del Lana), senza però specificarne i gradi, come se quel segno fosse di competenza dell'intero mese.

Avendo il Poeta collocato il suo viaggio nella prima settimana di aprile, ritenne gioco forza ammettere che Venere fosse verosimilmente al limite tra Pesci e Ariete.  È probabile che egli, vista la situazione congeniale che gli si presentava, non si sia preoccupato forse più del dovuto di verificarne l'autenticità, ma deve aver ammesso che il pianeta dell'Amore sorgesse all'alba del giorno in cui egli si è trovato ad abbandonare l'aura morta per giungere sulla spiaggia del Purgatorio.

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