I peccator carnali
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Cari amici,
nel V canto dell’Inferno, Dante ci
descrive il suo ingresso nel II cerchio e, tra le altre cose, ci informa che i
dannati inveiscono contro la Virtù divina quando passano davanti alla ruina.
Inizialmente ero persuaso che queste loro
invettive venissero pronunciate in maniera continuativa, lungo cioè tutto lo
sviluppo del II cerchio, ma che Dante ne desse contezza solo nel momento in cui
le anime dei dannati transitano presso il punto in cui egli stesso si trova,
perché è il solo modo che ha per rendersene conto. Mi sono però dovuto
ricredere. Ho ascoltato a tal proposito la lettura al V canto presentata in un
video sul canale YouTube “Patto Narrativo” (youtube.com/@pattonarrativo). L’autore suggerisce
che i peccatori carnali imprechino solo quando passano in corrispondenza della
frattura nella roccia. Sebbene sulle prime possa sembrare una semplice
osservazione, essa comporta implicazioni più profonde di quanto si possa
inizialmente pensare.
Innanzitutto, il loro inveire contro Dio
non è monotono né continuativo, ma avviene in punti determinati del cerchio: considerando
che queste formazioni rocciose sono disposte a formare una croce greca, i punti
in cui ciò accade sono quattro. Le schiere dei dannati arrivano così quasi a intonare
una sorta di litania, sebbene di natura blasfema, ma non priva di una certa
regolarità. L’autore del video fa inoltre notare che, con ogni probabilità, i peccatori
carnali siano gli unici a farlo e questo per una ragione su tutte: poiché essi
peccarono di un amore distorto, lontano da quello rappresentato dal Cristo e
dai suoi insegnamenti, quando transitano davanti alle ruine, avvertono, come di riflesso, un dolore più pungente
nell’anima che li fa imprecare con maggior veemenza.
Le ferite nella roccia, causate dal
Terremoto della Crocifissione, si riflettono come cicatrici dolorose nello
spirito, quasi a ricordare loro qual è il vero amore che hanno dimenticato.
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Commenti
Grazie, troppo gentile.
RispondiEliminaGrazie a te, è un piacere!
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